Il vino

E’ ormai da qualche anno che i vini di Sardegna stanno ottenendo un buon riconoscimento e apprezzamento sul territorio nazionale ed internazionale. Continuano a nascere nuove cantine che fin da subito producono vini interessanti in grado di vincere premi importanti nelle principali manifestazioni vinicole. Questo è il segno che si sta tornando alla tradizionale coltivazione della vite e soprattutto alla valorizzazione dei vitigni autoctoni che erano stati abbandonati a causa delle politiche agricole degli anni 70, che avevano incentivato gli espianti. Di seguito un elenco dei principali vitigni coltivati in Sardegna, considerando che quelli più importanti in ordine di diffusione sono il famoso Cannonau, il Nuragus, il Monica, il Vermentino, il Carignano, il Sangiovese e il Bovale.

Bovale
Vitigno a bacca rossa dal quale si ottiene un vino che un tempo era utilizzato soltanto come taglio nella zona del Campidano. Oggi viene vinificato anche in purezza con il raggiungimento di ottimi livelli di qualità, soprattutto nell’area di Terralba. Ha un colore rosso rubino intenso, profumi fruttati con sentori di prugna matura e frutti di bosco. Ha una buona struttura anche se si caratterizza soprattutto per la sua rusticità. Si abbina bene con piatti a base di carne.

Cannonau

E’ sicuramente il vitigno a bacca rossa più importante della Sardegna e uno dei più conosciuti al di fuori dell’isola. Si coltiva in tutto il territorio anche se presenta caratteristiche diverse a seconda della zona di provenienza. Il vino ottenuto presenta un colore trasparente, rubino con riflessi violacei in gioventù, profumi intensi e fruttati con sentori di prugne e more. Si abbina alle carni rosse e ai formaggi stagionati.

Carignano

E’ un vitigno a bacca rossa, resistente ai venti marini e che cresce bene lungo le coste sud-occidentali dell’isola. Il vino che si ottiene da questo vitigno ha un colore rosso rubino intenso, un profumo fruttato, floreale con dei sentori erbacei che tendono ad evolvere in note speziate. Si abbina ottimamente con le carni arrosto e i formaggi stagionati.

Cagnulari

Questo vitigno a bacca rossa, presente da secoli in Sardegna, viene coltivato quasi esclusivamente nella zona di Sassari. Il vino ottenuto, in passato veniva spesso utilizzato per tagliare altri vini rossi meno intensi e corposi. Il cagnulari si è salvato dall’estinzione solo grazie alla tenacia di una decina di piccoli produttori, che hanno creduto nel vitigno. Ha generalmente un colore rosso rubino e profumi fruttati. Poco tannico e di buona struttura si abbina con le carni e i formaggi stagionati.

Girò

Questo vitigno a bacca rossa era largamente diffuso nella Sardegna meridionale, e le sue origini risalgono probabilmente alla dominazione spagnola. Vista la sua produttività irregolare era stato quasi completamente abbandonato per altri vitigni meno problematici. La sua produzione è stata recuperata, anche se in maniera limitata, soltanto di recente. Solitamente impiegato per ottenere vini con residuo zuccherino che si abbinano con dolci e formaggi stagionati.

Malvasia

Vitigno a bacca bianca coltivato in tutta la Sardegna anche se la Malvasia più nota è quella prodotta a Bosa. Il vino ottenuto si presenta dorato con riflessi ambrati, con profumi molto intensi di frutta matura e secca. Si accompagna in maniera ottimale con i dolci a base di pasta di mandorle. Ottimo anche da solo come vino da meditazione.

Monica

Vitigno a bacca rossa di lontane origini spagnole. Viene coltivato in tutta la Sardegna. Da questo vitigno si ottiene un vino dal colore rosso rubino intenso, con profumi spiccati e vinosi e un’acidità contenuta. Spesso utilizzato in uvaggio per conferire carattere di morbidezza. Si abbina bene con piatti strutturati.

Moscato

Questo vitigno aromatico a bacca bianca viene coltivato in tutta l’isola, con prevalenza nella zona di Cagliari. Il vino che si ottiene ha profumi intensi di miele, frutta secca, fico e albicocca essiccati. Si abbina bene alla pasticceria secca o ai formaggi erborinati e stagionati. Ottimo anche come vino da meditazione.

Nasco

Si tratta di un vitigno a bacca bianca autoctono, coltivato soprattutto nell’area del Campidano. Solitamente utilizzato per la produzione di vini dolci, oggi viene vinificato con successo anche in secco. La tipologia dolce si abbina perfettamente con i dolci a base di mandorle, mentre la tipologia secco si abbina con piatti a base di pesce e carni bianche.

Nuragus

E’ il vitigno a bacca bianca più diffuso in Sardegna dove sembra fu introdotto dagli antichi Fenici. Il vino che si ottiene è di colore giallo paglierino con profumi fruttati delicati (mela, fiori di acacia). Fresco e di pronta beva si abbina ai frutti di mare e al pecorino sardo fresco.

Semidano

E’ un vitigno autoctono a bacca bianca coltivato soprattutto nella zona di Mogoro, in provincia di Oristano. Il vino che si ottiene ha un colore giallo paglierino intenso, con profumo fruttato e sapore secco e sapido. Si abbina bene con carni bianche e zuppe di frutti di mare.

Torbato

Questo vitigno a bacca bianca ha sicuramente origini spagnole e viene coltivato soprattutto nella zona di Alghero. Viene utilizzato per produrre dei vini secchi e in alcuni casi è spumantizzato. Presenta un colore giallo paglierino poco intenso, con profumi fruttati, floreali e vegetali. Si abbina bene con piatti a base di crostacei e molluschi.

Vermentino

E’ il vitigno a bacca bianca dal quale si ottiene l’unica DOCG della Sardegna. La sua coltivazione è diffusa in tutta l’isola ma è in Gallura, dove è stato impiantato alla fine dell’800 che ha trovato il suo terroir perfetto, grazie alla conformazione di natura granitica del terreno. Solitamente il vino ottenuto presenta un colore giallo paglierino, profumi vegetali di macchia mediterranea e note di frutta a polpa bianca. E’ caratteristico il suo finale ammandorlato in bocca. Si abbina con piatti di pesce anche abbastanza elaborati.

Vernaccia

Questo vitigno a bacca bianca ha delle origini antichissime tanto da considerarlo autoctono. La produzione della Vernaccia è consentita soltanto nella provincia di Oristano. E’ ottenuta con un metodo ossidativo simile a quello dello Jerez, utilizzando i lieviti a filmatura superficiale detti "flor". Si presenta con un colore giallo dorato con riflessi ambrati, con un profumo molto intenso di frutta secca e spezie. Nella versione vinificata in secco si adatta agli aperitivi o a piatti a base di pesce. Un abbinamento tradizionale è quello con la bottarga. Nella versione con residuo zuccherino si abbina alla pasticceria secca.


Per maggiori informazioni potete consultare il depliant della Regione Sardegna dedicato ai vini.