Le nuove professioni del turismo enogastronomico

Con lo sviluppo del turismo enogastronomico nascono e si diffondono nuove professioni, mentre le professioni più tradizionali si arricchiscono di nuove mansioni che implicano nuove competenze trasversali.

Ad esempio, i tradizionali gestori di agriturismo, di ristoranti o trattorie, i maître e i sommelier, e non ultimi gli chef, si stanno trasformando in “ambasciatori” dell’enogastronomia e della cultura locale, e sempre di più in storyteller del territorio.

Mentre tra le figure emergenti abbiamo il responsabile dell’hospitality delle aziende agricole e vitivinicole, il destination manager enogastronomico e la guida enogastronomica. Ma vediamo nel dettaglio le principali caratteristiche delle nuove professioni:

  • Il Responsabile Hospitality nelle aziende Food&Wine

E’ quella figura a cui è affidata, in strutture organizzative mediamente complesse e con elevato livello di servizio, la responsabilità della conduzione e della pianificazione di tutti i servizi di accoglienza, rispondendo dell’organizzazione degli stessi, nel rispetto di standard di qualità, quantità e costo precedentemente fissati. Nella stragrande maggioranza delle cantine italiane la persona addetta al turismo del vino svolge tutte le funzioni, ma nella realtà ci dovrebbero essere due ruoli distinti: uno di front office, che è a diretto contatto con il pubblico, e uno di back office, che funge da regia. Chi riveste il ruolo di coordinatore del back office dovrebbe creare i prodotti e gli eventi, gestire le attività commerciali, di marketing e di comunicazione, nonché verificare la regolarità fiscale, amministrativa e sanitaria di tutto ciò che concerne l’ospitalità aziendale. Ovviamente questo non sempre è possibile, ma nel caso in cui il fatturato derivante dall'attività di accoglienza cominci a crescere e sviluppare cifre interessanti, sarà necessario avere almeno due addetti.

In alternativa, il ruolo può essere ottimizzato, dedicandosi esclusivamente alle visite nei mesi estivi (da aprile ad ottobre) e a tutte le attività di controllo e programmazione nei mesi invernali (da novembre a marzo).

Nei mesi invernali si può dedicare del tempo alla partecipazione a fiere del settore, contattare i migliori clienti con e-mail, biglietti o telefonate; fare una revisione del sito, migliorare alcune criticità della stagione turistica appena terminata (es. migliorare la cartellonistica, l’esposizione dei prodotti, ecc.), programmare gli eventi della stagione successiva.

In altre parole, i mesi di bassa stagione, se ben usati, mettono le fondamenta per il successo della stagione turistica successiva. Chi non rallenta il ritmo in bassa stagione e concentra l’attenzione sulla progettualità (strutture, commerciale e comunicazione) sarà molto più libero nei mesi estivi

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  • Il Destination Manager Enogastronomico

Il Destination Manager è colui che si occupa della promozione e del lancio o rilancio turistico di un dato territorio. La figura deve ottimizzare l’utilizzo delle risorse umane ed economiche a disposizione al fine di valorizzare le peculiarità culturali, ambientali ed enogastronomiche che costituiscono l’attrattiva turistica della destinazione stessa.  Il Destination Manager è chiamato a farsi carico di una complessa molteplicità di mansioni ed attività:

  1. Analizzare la situazione turistica territoriale;
  2. Valutare le condizioni e lo stato delle attrattive esistenti, della concorrenza, le esigenze dei turisti reali e potenziali;
  3. Definire le strategie più adeguate con un processo condiviso;
  4. Costruire un’offerta turistica segmentata basandosi sulle attrattive esistenti;
  5. Implementare l’offerta turistica con nuove attrattive attraverso le risorse a disposizione;
  6. Coinvolgere gli attori locali e mediarne gli interessi;
  7. Coordinare l’operato delle figure e degli enti coinvolti nel processo di promozione e comunicazione turistica;
  8. Favorire l'armonizzazione delle scelte di commercializzazione tra tutti gli attori partecipanti. 

  • La Guida Enogastronomica

È una figura che assomma le competenze del sommelier, della guida turistica e ambientale e dell’animatore turistico. Le principali competenze richieste ad una guida enogastronomica sono: 

  • Parlare le lingue (almeno 2);
  • Guidare un’auto o minibus, possibilmente con autorizzazione NCC;
  • Avere conoscenze di storia, arte, gastronomia e tradizioni popolari del territorio;
  • Conoscere i vini e principali prodotti alimentari tipici del territorio;
  • Conoscere le strade e i ristoranti;
  • Avere doti di affabulatore e di storyteller;
  • Essere simpatico ed estroverso.

La guida enogastronomica dovrebbe avere la capacità di trasformare le emozioni in parole. Tramite la sua voce deve far entrare l’enoturista in un mondo di passioni, di valori, di sensazioni positive e di amore per la terra e il vino. Il tono di voce è fondamentale per trasmettere emozione. Parlare in modo monocorde, senza pause e senza cambi di ritmo annoia, fa calare l’attenzione e trasforma qualunque discorso in una lezione. Deve anche prestare attenzione alle pause di silenzio troppo lunghe, perché possono risultare imbarazzanti e modificare il coinvolgimento emotivo degli ospiti.

E’ importante tenere sotto controllo anche il linguaggio corporeo. L' espressione del volto, la postura e l’attitudine corporea spesso “parlano” più delle parole. Per questo bisogna cercare di mostrarsi sempre calmi e sorridenti anche quando abbiamo un diavolo per capello o siamo svogliati. Il professionista si distingue dal dilettante proprio perché è sempre in grado di far vivere un’esperienza enoturistica entusiasmante ai suoi visitatori e non solo quando si è in perfetta forma. Gli strumenti a disposizione più importanti sono il sorriso e l’espressione del volto. Dimostrare il piacere di dare il benvenuto agli ospiti, anche andando loro incontro, è un buon inizio. Avere un’attitudine sorridente, complice, attenta mette gli ospiti a loro agio, persino le spiegazioni risulteranno più interessanti se sottolineate dall'espressione del volto. Al contrario il viso inespressivo sconcerta gli interlocutori e rende meno incisivo il messaggio verbale.

In sostanza si tratta di un lavoro che richiede numerose competenze e molta concentrazione, ma che riserva anche piacevoli incontri e soddisfazioni.  Spesso i tour durano tutto il giorno e comprendono la visita a 2 cantine o aziende produttive di altro genere, un pranzo tipico e magari una visita ad una bottega artigiana. Alla fine della giornata i tuoi guest possono trasformarsi in amici, con i quali ci si tiene in contatto tramite i social e whatsapp. Spesso l’anno successivo i guest ritornano nello stesso posto e ti chiedono di accompagnarli a scoprire nuove cose, oppure consigliano agli amici di vivere delle esperienze sotto la tua guida, diventando dei veri e propri ambassador della tua attività. 

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